
L’uomo ha la responsabilità di salvaguardare saggiamente le risorse naturali della Terra ivi incluse l’aria, l’acqua la flora e la fauna e il sistema ecologico naturale, a beneficio delle presenti e future generazioni mediante una programmazione ed un’amministrazione accurata” recita la Dichiarazione per l’ambiente di Stoccolma del 1972. Sono trascorsi 51 anni e poco o nulla si è fatto per l’attuazione dei 26 principi in essa contenuti sui diritti dell’ambiente e le responsabilità dell’uomo per la sua salvaguardia. Oggi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, le Nazioni Unite lanciano un nuovo allarme, #BeatPlasticPollution, una nuova campagna globale con la quale si vuole avviare l’ennesima crociata contro l’uso indiscriminato di plastica, riaffermando la necessità di salvaguardare l’ambiente vivendo in modo sostenibile. Gli appuntamenti
con il futuro del Pianeta non sono più derogabili, il mondo è sommerso di rifiuti. Ogni anno si producono circa 400 tonnellate di plastica e 19/23milioni sono quelle che entrano in laghi fiumi e mari, 8 negli Oceani. Nel 2050 si stima una produzione di plastica globale di 1.100 milioni di tonnellate. Le plastiche sono così invasive nei nostri mari che hanno addirittura dato vita ad un nuovo habitat microbico marino chiamato “platisfera”, fanno oramai parte della documentazione fossile del Pianeta e sono considerate un indicatore della nostra attuale era geologica. Ancora più delicato è l’ecosistema del Mar Mediterraneo che contiene l’1% dell’acqua del pianeta ma contiene il 7 % delle microplastiche mondiali. Per la sua conformazione geografica , il
Mediterraneo, è letteralmente un “mare di plastica” con una concentrazione dei rifiuti sulle coste e sui fondali, le particelle microplastiche che finiscono nel cibo e nell’acqua che ingeriamo attraverso la catena alimentare hanno gravi conseguenze per la nostra salute; 50.000 circa sono le particelle microplastiche assunte da ciascuno di noi ogni anno della nostra vita ed è certamente una quantità sottostimata se non prendiamo in considerazione quelle contenute nell’aria che ogni giorno respiriamo. Una recente ricerca condotta in Italia dall’ospedale Fatebenefratelli di Roma e dal Politecnico delle Marche ha evidenziato la presenza delle
microplastiche e dei loro additivi nella placenta umana (Environment International 2020) Tre le parole d’ordine “Riciclo Riuso e Riduzione” che più che un invito devono diventare un dictat. L’International Negotiating Commitee al quale hanno partecipato 175 paesi ha finalmente tirato le fila per una lotta alla plastica sfociata in una storica risoluzione (5/14) con l’obiettivo di sviluppare uno strumento giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica, anche nell’ambiente marino (INC-2), con l’ambizione di completare i negoziati nel prossimo 2024 e dunque di stipulare un nuovo Trattato internazionale. Il limite planetario di plastiche è stato superato, servono certamente progettazione e innovazione per dare un nuovo futuro alla
plastica e al pianeta ma ciascuno di noi nel suo piccolo può certamente dare un importante contributo per un cambiamento di rotta con consumi di plastica consapevoli e sostenibili.
Avv. Monica Salvatore
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